Israel Shamir

The Fighting Optimist

Il lupo, l’agnello e l’Ouroboros

L’idea di Avnery e’ pienamente applicabile ovunque, se e’ applicabile in Palestina. Dovrebbe allo stesso modo essere applicata agli USA, e dovrebbe essere creato al suo interno uno stato ebraico il piu’ rapidamente possibile, affinche’ gli ebrei non soggioghino i goyim.

Un uomo della perfetta propaganda puo’ far leccare la senape ad un gatto, almeno mettendo la senape sotto la sua coda, scrisse Bertold Brecht. L’ultimo articolo di Uri Avnery, Lo Stato bi-nazionale, e’ un esercizio simile: vuole che noi amiamo ed accettiamo lo stato ebraico, poiche’ (egli  dice) il destino dei palestinesi sarebbe peggiore senza di esso.

Perche’ e’ meglio che i palestinesi siano rinchiusi nelle loro piccole enclavi anziché siano cittadini egualitari dell’intera Palestina? Con una capriola mentale, Avnery apre la strada al discorso pubblico e proclama: gli ebrei non possono vivere con i non-ebrei. Gli ebrei ed i goy sono come il lupo e l’agnello; se vuoi che il lupo viva con l’agnello devi fornire un nuovo agnello al giorno. C’ era, lo capisco, una leggera differenza d’opinione su quale dei due gemelli fosse il lupo, ma Avnery non lascia piu’ dubbi: nel momento in cui soggiorneranno assieme, il goy soccombera’ all’ebreo. Secondo le sue stesse parole: “In uno stato unitario, se mai esso dovesse essere stabilito, gli ebrei dominerebbero l’economia e molti altri aspetti dello stato, e cercherebbero di preservare in ogni mdo questo vantaggio”.

Beh, questa e’ l’opinione di molti uomini in molti paesi. Essi mettono in evidenza il predominio ebraico ad Hollywood e nei media, cosi’ come nella finanza e nelle banche, da Mosca con i suoi oligarchi a New York e Washington e tracciano la stessa conclusione di Avnery: gli ebrei non possono vivere in uno stesso stato con i non ebrei, poiche’ gli ebrei dominerebbero l’economia e molti altri aspetti dello stato. Anch’essi, di solito, vedono una soluzione nel transfer degli ebrei. Comunque, fino alla pubblicazione dell’articolo di Avnery, quest’idea era effettivamente bandita dalla maggioranza dei siti web e dei media su carta stampata.
Ora, Counterpunch ha presentato ai distinti lettori quest’opinione e nessuno ha espresso shock o insoddisfazione. E’ chiaro: se sei un sostenitore del sionismo puoi esprimere qualsasi opinione, persino quella che “gli ebrei non possono vivere in uno stato assieme ai non-ebrei”.

Avnery fa un notevole miglioramento rispetto alla vecchia linea presentandola come una benevola preoccupazione per i deboli goy: “Facciamo in modo che abbiano uno stato separato, altrimenti gli ebrei li soggiogheranno”. Ma allora non vi e’ alcun motivo nel distinguere tra la Palestina e gli altri paesi con consistenti comunita’ ebraiche. Ecco Rodi, come dissero i greci ad un uomo che si vantava di poter saltare molto in alto, sull’isola di Rodi. L’idea di Avnery e’ pienamente applicabile ovunque, se e’ applicabile in Palestina. Dovrebbe allo stesso modo essere applicata agli USA, e dovrebbe essere creato al suo interno uno stato ebraico il piu’ rapidamente possibile, affinche’ gli ebrei non soggioghino i goyim.

Lo stato ebraico d’America (S.E.A) non ha bisogno di essere contiguo: puo’ utilizzare le stesse linee guida usate dagli ebrei per i goyim in Palestina. Ai cittadini dello  S.E.A. non sarebbe concesso di votare negli USA, o di influenzarne il discorso pubblico, o di acquistare proprieta’ in essi, in piena osservanza delle idee di Avnery circa la Palestina. Le loro proprieta’ al di fuori dei confini saranno trattate allo stesso modo in cui lo stato ebraico di Palestina ha trattato le proprieta’ dei Gentili. Esso risolvera’ il problema principale per la democrazia in Palestina presentato da Avnery in questo modo: “Gli ebrei d’America hanno un immenso potere politico, economico e mediatico e non lo perderanno per molti anni a venire”. Il potere degli ebrei americani contenuto entro i limiti del SEA non importerebbe molto al resto del mondo. Risolverebbe il secondo problema presentato da Avnery: “Gli arabi stanno diventando sempre piu’ lo spauracchio del mondo occidentale”, poiche’, con gli ebrei tranquillamente contenuti del SEA, gli USA faranno attenzione ai loro interessi, diventando i migliori amici degli arabi. Se cio’ non fosse sufficiente, possono essere creati altri stati ebraici altrove: lo stato ebraico di Francia, lo stato ebraico di Russia, lo stato ebraico di Germania, poiche’ l’approccio di Avnery per la Palestina contiene un messaggio universale (i tedeschi, in realta’, cercarono di creare uno stato ebraico in Polonia, forse per le stesse altruistiche ragioni).

Solo allora, potremo disfarci dello stato ebraico in Palestina. I nazionalisti estremisti degli insediamenti correrebbero di corsa a casa, a Brooklyn, certamente parte integrante del SEA, mentre milioni di normali abitanti della Palestina, compresi gli ebrei, potranno vivere insieme in pace.

Perche’ l’arguta costruzione di Avnery e’ costruita su un miraggio:

  • Egli dice: “secondo l’idea bi-nazionale, il territorio tra il Mar Mediterraneo ed il fiume Giordano – Palestina/Eretz Israel – costituira’ nuovamente un unico stato, come durante il mandato britannico precedente al 1948”. Ma questa non e’ un’ idea, e’ la sola realta’ sul terreno. L’esistente stato di apartheid occupa il territorio, dunque deve essere democratizzato, non creato.

  • Egli dice: fondamentalmente si tratta di uno scontro tra il movimento sionista ed il movimento nazionale arabo-palestinese, tra due popoli nazionalisti. E’ un tentativo di creare simmetria laddove non c’e’. I palestinesi sono un vero popolo con la loro lingua, letteratura, cultura, che coltivavano i loro olivi sulle loro colline. Non hanno bisogno di essere nazionalisti. “Gli ebrei di Israele” non sono nulla senza la loro idea sionista, niente altro che un’accozzaglia di differenti immigrati senza un singolo elemento unificante. Ecco perche’ il paragone di Avnery con Cipro, Yugoslavia, Russia e Canada e’ fuorviante. Gli “ebrei di Israele”, se de-sionistizzati, possono diventare palestinesi, come gli ebrei de-sionistizzati d’America possono essere solo americani, senza creare una nuova nazione.

Non solo la sua posizione e’ immorale, poiche’ egli supporta l’uguaglianza per gli ebrei dovunque e la loro supremazia in Palestina. Uno stato ebraico e’ impossibile, perche’ in ogni stato  bisogna lavorare e, per lavorare, non intendo occuparsi di pubblicita’, compra-vendita, apparato di sicurezza e di intelligence. Nello stato ebraico creato in Palestina, il lavoro viene svolto dai nativi palestinesi e da cinesi, thailandesi e russi importati.

Questa struttura sta collassando. La comunita’ russa, forte di un milione di individui, e’ sempre piu’ irrequieta. “L’elite israeliana ci sta rovinando, succhia il nostro sangue attraverso gli schemi per il possesso di beni immobili, ci prende all’amo con i suoi mutui e ci tiene lontani da una vera posizione di influenza nella società”, ha scritto Globus, un settimanale russo-israeliano solitamente docile. Irrequieti sono i nord-africani, rappresentati dalla “marcia delle madri single”, per cui i neo-liberali Bibi Netanyahu e Ariel Sharon hanno invertito il solito approccio ebraico verso i Goy e lo hanno applicato all’interno della “societa’ ebraica” per eroderne gli elementi piu’ deboli.

Il Lupo deve mangiare, e se non ci sono agnelli mangera’ se’ stesso, iniziando dalla parte piu’ debole, la coda. Non sara’ piu’ un Lupo, ma un Ouroboros, l’emblematico serpente dell’antico Egitto e della Grecia, rappresentato con la coda nelle fauci, intento a divorarla continuamente. Ora l’ouroboros ebraico si e’ gia’ divorato fino al collo. La “soluzione dei due stati” di Avnery e’ un mezzo per rafforzare le posizioni di controllo della vecchia elite Ashkenazita, ma e’ insostenibile. La creazione dello stato ebraico e’ stato un grande esperimento che ha dimostrato la futilita’ di quest’idea. Si e’ risolto in una dicotomia del mondo non piu’ tra ebrei e gentili, ma di Lupo e di Agnello. Invece di supportare uno stato-Lupo, dovremmo togliere le zanne ai lupi e vivere in pace assieme – in Palestina, negli USA, in Francia e dovunque.

Troppe cose, nell’articolo di Avnery, accomunano i desideri nazisti a quelli sionisti. Egli scrive:

“Il 20esimo secolo ha visto nascere diverse “utopie” che hanno creato immani disastri. La visione comunista, ad esempio, era basata sulla presunzione che esista un essere umano perfetto, o che gli esseri umani possano essere perfezionati. Essa ha cozzato contro la realta’ di esseri umani imperfetti. Come mi disse una volta il leader post-comunista tedesco Gregor Gysi: “Abbiamo cercato di imporre il sistema perfetto ad esseri umani imperfetti. Quindi abbiamo cercato di imporlo con la forza”. Cosi’ fu dato vita ad un sistema di terrore, e milioni furono massacrati, dall’Ucraina alla Cambogia”.

Come se l’imperfetto sistema dell’adorazione di Mammona, zeppo di consumismo, egoismo ed alienazione non fosse stato imposto con la forza. Come se il sistema di terrore stabilito dagli USA non avesse massacrato milioni, da Hiroshima al Guatemala. La preferenza di Avnery per l’anti-utopia sionista mi fa ricordare di un uomo che preferi’ sposare una donna orrenda perche’ “la bellezza  passava”.

Se e’ qualcosa, il sionismo e’ versatile. Ha tentacoli in tutte le linee di pensiero. E’ rappresentato dall’estrema destra, che dice: “Salvare Israele e’ molto piu’ importante che sconfiggere la sinistra” e “Non dobbiamo fermare la battaglia contro il marxismo culturale, ma, molto piu’ importante del fare guerra al marxismo e’ il bisogno di salvare Israele dai suoi stessi leaders e dalla distruzione totale”. E’ rappresentato dalla sinistra, che dice: “La causa di Israele e’ la quintessenza della lotta di liberazione marxista”. E’ rappresentato da Jared Israel e dalla pletora di altri “liberali”, dagli anarchici di Antifa, dagli analisti della finanza del Wall Street Journal e da alcuni pseudo-comunisti dell’Europa dell’est, vecchi amici del defunto Robert Maxwell, l’agente del Mossad.
Sarebbe strano che il sionismo non fosse rappresentato nell’importantissima lotta per la Palestina. Ahime’, l’articolo di Avnery conferma che egli non e’ altro che il fautore della linea sionista nel campo della pace. Non dovrebbe sorprenderci il fatto che egli abbia citato in giudizio un giornale israeliano che lo aveva definito “non-sionista” ed abbia vinto. L’arguto Uri Davis lo ha chiamato “l’unico cittadino ebreo dello stato d’Israele che possa mostrare una carta di tribunale che attesti le sue credenziali sioniste”.

C’e’ un campo della pace israeliano non-sionista. Nello stesso periodo in cui e’ apparso l’articolo di Avnery, la sua buona amica e membro del suo Gush-Shalom, Yehudith Harel di Tel Aviv, ha pubblicato un appassionato appello per il ritorno in patria dei profughi palestinesi: “Questa meravigliosa e ricca risorsa umana non solo puo’ spingere l’economia locale, ma e’ in grado di contribuire alla nostra ricchezza e diversita’ culturale”, ha scritto. Harel supporta Uno Stato, e chiede la “de-sionistizzazione di Israele, l’uguaglianza ed il rifiuto dell’apartheid”. Ci sono molti israeliani meno privilegiati che non hanno alcun posto nell’ouroboros auto-divorante. Dovrebbero essere messi insieme.

C’e’ il bisogno urgente di creare la versione palestinese dell’ African National Congress di Nelson Mandela, che possa integrare tutte le forze non-elitarie in un fronte unito. La leadership dei nativi palestinesi dovrebbe abbandonare la ricerca della Fata Morgana dello “stato palestinese indipendente” ed assumere una posizione chiave nella nuova alleanza.

traduzione a cura di www.arabcomint.com

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