“Cari compagni, se noi ce ne stiamo zitti oggi, domani i marxisti ebrei ci metteranno i piedi in testa …”
Vladimir Lenin
(La mia risposta all’attacco di Greenstein contro Gilad Atzmon ed altri[1])
Israel Shamir
Tradotto dall’inglese da Manno Mauro. Questa traduzione è in Copyleft.
Tony Greenstein (Blind eye to anti-semitism) è ossessionato dall’ebraicità.[2] Egli vede il mondo attraverso il prisma di un nazionalista ebraico. Giudica la gente con un solo criterio, che condivide con la mia defunta nonna: “Egli/Ella è buono/a per gli ebrei?”. Con i suoi amici ‘Ebrei Contro Il Sionismo’, egli sostiene di essere antisionista, ma il sionismo è solo una delle forme del nazionalismo borghese ebraico e non l’unica. Costruendo la loro organizzazione per soli ebrei, Greenstein e tutti i suoi amici hanno portato avanti il separatismo ebraico ed hanno causato una spaccatura non necessaria, anzi pericolosa, nel movimento di solidarietà con la Palestina.
La storia si ripete. Più di cento anni fa, gli ebrei socialisti di Russia, cioè il Bund (tutti antisionisti), chiesero il permesso a Lenin di aderire al suo nuovo movimento come un’organizzazione collettiva separata. “Ognuno di voi è benvenuto nella comune lotta dei lavoratori contro i ricchi russi ed ebrei, ma come organizzazione separata, voi non fareste altro che dividere le nostre forze”, rispose, ed espulse il Bund. Alla fine molti ebrei russi si unirono al movimento dei lavoratori russi, ed insieme cambiarono il corso della storia. Il Bund appassì, ed alcuni dei suoi membri approdarono al sionismo.
Ma la storia si ripete come farsa, secondo le parole di Marx. Il Bund aveva centinaia di migliaia di aderenti; il nuovo Bund, ‘Ebrei Contro il Sionismo’, è solo un gruppuscolo che è riuscito a raccogliere un centinaio di firme, da San Francisco, a Tel Aviv, a Londra. Il loro contributo alla lotta equivale a 0. Il fastidio che procurano è molto più importante perché essi attaccano principalmente gli anti-sionisti.
Posso immaginare un piccolo numero di cose che gli ebrei possono fare significativamente insieme (pregare?), ma la lotta politica per l’uguaglianza in Palestina non richiede una discussione separata tra soli ebrei. Inoltre, è un percorso fallimentare. Il concetto di ‘Ebrei per la Giustizia’, ‘Ebrei per la Pace’ ed altre organizzazioni separatiste di soli ebrei che però dicono di perseguire scopi generali, a me sembra un concetto tanto ingiustificabile quanto lo sarebbe quello di ‘Bianchi contro l’Apartheid’. L’uguaglianza in Sud Africa è stata raggiunta sconfiggendo simili raggruppamenti di dubbia natura e costituendo la forza multirazziale dell’ANC. La lotta per i diritti civili nel sud degli Stati Uniti fu combattuta insieme dai neri e dai bianchi. E’ evidente che la causa della giustizia in Palestina non debba essere diversa. Perché allora esistono tali gruppi?
I ricchissimi dirigenti delle organizzazioni ebraiche sono preoccupati dall’alto tasso di diserzione tra le loro file e ranghi. Spendono miliardi cercando di fermare l’assimilazione e riportare i discendenti degli ebrei all’ovile. Un progetto organizzato dalla UJA (United Jewish Appeal, una associazione di organizzazioni di beneficenza per soli ebrei, ndt), denominato The Bithright (il diritto di nascita), porta migliaia di giovani di origine ebraica a Gerusalemme, da ogni parte del mondo – tutto pagato, sistemazione generosa compresa – al fine di scoraggiare matrimoni inter-razziali e promuovere matrimoni esclusivamente nella comunità. Essi costruiscono la continuazione del Muro di Sharon nel resto del mondo allo scopo di separare gli ebrei dai non-ebrei.
‘Ebrei Contro il Sionismo’ è parte integrante di questo sforzo, un tentativo di tenere nell’ovile anche le persone che hanno capito la criminalità del sionismo. Nel loro attacco contro Gilad Atzmon, Paul Heisen e me, non fanno altro che ripetere parola per parola le accuse elaborate da Aaronovitch Eppollard nel giornale The Times, oltre alle volgari menzogne disseminate dai siti internet finanziati dalla ADL (Anti-Discrimination League, ndt), perché noi ci battiamo per la completa integrazione dei discendenti degli ebrei nei paesi in cui vivono, ci battiamo per la loro assimilazione, per risolvere una volta per sempre l’idea reazionaria dell’esclusività ebraica. Le nostre posizioni concordano con la lettura che Marx e Lenin facevano della ebraicità.
Nel 1903, Lenin scrisse sull’Iskra, e le sue parole sono estremamente attinenti alla discussione attuale: “L’idea di una ‘nazionalità’ ebraica è scientificamente sbagliata e politicamente reazionaria, non solo quando è presentata dai suoi sostenitori più coerenti (i sionisti), ma anche quando appare sulle labbra di coloro che cercano di fonderla con le idee della Social-Democrazia (i Bundisti). L’idea di una nazionalità ebraica va contro gli interessi del proletariato ebraico, perché alimenta tra di loro, direttamente o indirettamente, uno spirito ostile all’assimilazione, lo spirito del ‘ghetto’.”
‘Ebrei Contro il Sionismo’ sono solo una propaggine troskista del Bundismo, e perlomeno uno dei suoi membri è co-firmatario della petizione contro Atzmon, un tale Abraham Weizfeld, si autodefinisce apertamente ‘un Bundista’. L’anti-sionismo di questi signori non ci impressiona più di tanto per la sua pretesa novità; un importante pensatore marxista, Georgi Plekhanov,
(http://www.marxists.org/archive/plekhanov/) , fece notare che “i Bundisti vogliono fondare la loro Sion qui, non in Palestina” e con una battuta aggiunse: “i Bundisti non sono altro che sionisti che soffrono del mal di mare”. Questa opinione era condivisa dai sionisti, e Ber Borokhov profetizzò che “un giorno il futuro Stato Ebraico dovrà erigere un monumento d’oro al Bund per i suoi illustri risultati”. Non accadde allora, ma non certo per mancanza di sforzi.
Le accuse di Tony sono difficili da confutare; perché sono basate sulla sua incapacità di capire un testo, o per la sua ottusità o per qualche altra sinistra ragione. Per esempio, io scrivo: “Non c’è alcun «sangue infetto», l’accettazione di Cristo è la Soluzione Finale della questione ebraica, mentre l’assimilazione e il matrimonio inter-razziale è la via per disfare le vestigia del separatismo ebraico” ed egli interpreta la mia frase così: “La salvezza dei palestinesi sta nella conversione degli ebrei, gli «assassini di Cristo», al Cristianesimo”. Indicativamente, egli cambia in tutte le citazioni Cristo per cristo e Cristianità per cristianità, dato che nella sua visione di ebreo nazionalista, la lettera maiuscola dovrebbe essere riservata esclusivamente agli ebrei. Io scrivo: “Nessun ebreo è responsabile per le malefatte dei suoi antenati”; ma egli insiste: “Ci chiama assassini di Cristo”.
Il suo attacco ai nostri compagni Paul Eisen e Jeff Blankfort è ugualmente ingiustificato. Il signor Greenstein è ossessionato dall’argomento dell’Olocausto ebraico e divide la gente in pecore e capre a seconda del loro atteggiamento riguardo alla versione corrente su questo argomento. Cosa c’è di tanto speciale in questa versione? Perché non attacca coloro che negano il massacro degli armeni (da parte dei curdi), o coloro che negano il massacro degli azeri (da parte degli armeni), o coloro che negano il massacro di Jenin (da parte degli ebrei), o coloro che negano il massacro degli ugonotti (la notte di san Bartolomeo), o coloro che negano il massacro di Dresda (da parte degli inglesi)? Se egli è veramente l’antisionista che dice di essere, perché non è preoccupato dal fatto che il suo alleato Steven Plaut, un altro nemico mio e di Atzmon, che lo cita alla lettera, neghi il massacro di Deir Yassin (http://kurtnimmo.com/blog/?p=741)? Perché non isola Plaut?
Il nostro modo di vedere è completamente diverso. La loro versione dell’Olocausto viene usata per imporre il separatismo ebraico e l’idea che gli ebrei sono speciali, il tutto è legato all’insulto razzista della “criminalità naturale dei non-ebrei”.
Non a caso, l’ideologa principale dell’Olocausto, Deborah Lipstadt, se la prende con il matrimonio interrazziale perché ‘inquina la purezza del sangue ebraico’. Noi sosteniamo la de-costruzione di questa interpretazione dell’Olocausto. Lo stesso termine Negatore dell’Olocausto è un’espressione quasi religiosa del tipo Negatore di Cristo, un’accusa corrente ai tempi dell’Inquisizione, ma come abbiamo appena visto, Tony è pronto a negare Cristo e addirittura la sua C maiuscola. Mentre Tony accusa gli altri di ‘razzismo’, egli stesso e i suoi intimi sono razzisti come gli altri. Tony G mi chiama “un fascista ex-russo/svedese che ora vive in Israele” – è un modo subdolo per dire “non è un ebreo”. Gli amici e alleati ebrei di destra di Tony che scrivono in Frontpagemag.com non sono così reticenti e lo dicono ad alta voce. Così pure ha fatto il suo amico ‘antirazzista e marxista’ Roland Rance. Non ritengo dignitoso scendere a questi livelli di dibattito. Non posso nemmeno rispondere all’accusa di ‘fascismo’ dato che Tony G. non è stato capace di scrivere un solo rigo che mi associa alla dottrina fascista.
I nuovi bundisti non sono riusciti a mandar giù il fatto che, in seguito alla loro lettera di protesta, il Socialist Bookshop e il SWP (Socialist Workers’ Party) non hanno lasciato cadere ogni cosa e non si sono messi sull’attenti. I comunisti britannici possono prendere a cuore la risposta di Vladimir Lenin, che nel 1913 scrisse da Cracovia: “Cari compagni, se noi ce ne stiamo zitti oggi, domani i marxisti ebrei ci metteranno i piedi in testa …. Il Bund trasforma il socialismo in nazionalismo.”[3]
[1] Tony Greenstein aveva attaccato Shamir, Azmon e Eisen in un articolo intitolato ‘Turning a Blind Eye to Anti-Semitism’, pubblicato sul Weekly Worker, l8 luglio 2006 (ndt).
[2] Traduciamo così, con un neologismo, la parola inglese Jewishness, che vuol dire: ‘l’essere ebreo’, ‘la condizione di ebreo’ (ndt).
[3] V. Lenin, Opere Complete, vol. 48, p. 134, Mosca.